PARTE PRIMA 9 Levante mediterraneo il veneziano ci può apparire come un nuovo erede dei romani e di quei bizantini che non avevano dimenticato Roma, una città che aveva già portato nei paesi lontani del Levante le sue aquile vittoriose (l). I romani che, come scriveva Elio Aristide, avevano fatto divenire vera la frase di Omero, che la terra è di tutti; i romani che avevano « -misurato tutto il mondo, varcati i fiumi, resi abitabili i deserti e sistemata la terra con la civiltà e con le leggi » (“) si erano pur saldamente affermati nel bacino orientale del Mediterraneo fin dai tempi delle fortunate battaglie di Corico e Mioneso. Lo scuotersi del predominio romano-bizantino nel Levante Mediterraneo doveva dopo secoli essere riguardato da Venezia con preoccupazione perchè pure verso questo settore poteva essere minacciata la sua libertà d’azione e principalmente la libertà dei suoi navigatori e dei suoi commercianti. La stessa sua libertà politica doveva infatti essere difesa anche in questo settore perchè essa era più o meno intimamente connessa a quella libertà di commercio che poteva essere danneggiata qualora si fosse posto un pesante aggravio doganale nei capisaldi del commercio veneziano in Levante. Le correnti commerciali che si accentravano a Venezia potevano con una semplice imposta doganale essere deviate o (’) Anche il SlSMONDI, Storia delle Repubbliche italiane, voi. 1, pg. 253, dovette rilevare : « Gloriavansi i veneziani di essere discendenti dai soli Romani, e davano alla loro Repubblica il nome di figliola primogenita della Repubblica romana ». L’odio dei veneziani per i popoli circonvicini, in gran parte da essi considerati stranieri (Longobardi), non fu ultima causa del disinteressamento secolare di Venezia per gli eventi della Terraferma italiana. Questo fatto non fu avvertito dal SlSMONDI, che avanzò in più luoghi della sua opera ed a questo proposito alcune critiche. (2) ELIO Aristide, Encomio di Roma, cit. in SlLVA, Il Mediterraneo, ecc., pg. 59.