PARTE TERZA 257 meravigliosi morlacchi che offrirono il loro sangue in molte cruenti battaglie combattute per 1 onore di Venezia, difendendo poi con coraggio gli oltraggi fatti alla morente Repubblica dai francesi che stroncarono la vita di Venezia più con la frode che con le armi. Guerrieri dall’aspetto terribile apparivano i morlacchi, dei quali lo Spon ci ha lasciato una colorita descrizione. « Morlacchi — egli scriveva — sudditi della Repubblica, altre volte fuggitivi d’Albania, gente risoluta e infaticabile, la quale non cerca che la guerra, ove ama l’insanguinarsi con Turchi... Hanno la ciera terribile, e non vengono mai al mercato con le loro robbe, che non portino nello stesso tempo la sciabla, e 1 Cambino al fianco » ('). 11 Wheler testimoniava che essi erano « ennemis inveterez des Turcs » e che essi « n’en épargnent aucun quand il tombent entre leurs griffes » (2). Una commossa rievocazione del valore dei soldati dalmati fu fatta dal Foscarini nel 1747 allorquando si trattò di spedire nuovi Sindici inquisitori in Dalmazia ('“) : ma la tradizione del valore e della fedeltà dei dalmati sorpassò i tempi e fu esaltata nella letteratura italiana dell ”800. 11 veneto garibaldino Nievo, rievocando la caduta di Venezia, degnamente ha esaltato gli schiavoni, il loro virile comportamento e il loro sincero dolore in quella gazzarra che preparava la perdita della libertà ad uno Stato che tale libertà aveva conservato per quattordici secoli (4). (') Spon, op. cit., pg. 10. (") Op. cit., pg. 15. « Leurs long bonnets sont de drap rouge, flottant et pendant de coté et d’autre, et ornez d une pietre, où sont fichées trois lames de fer en forme de plumes » (pg. 16). (3) FosCARINI, Degli inquisitori da spedirsi in Dalmazia, Venezia, 1831. È l’orazione pronunciata nel Gran Consiglio. (') « ... forse le loro lacrime consolarono sole la moribonda deità B. Dudan - II |dominio di Levante di Venezia 17