314 LUCIANO MAGRINI di stato tedeschi sentivano, in questa politica dell'Intesa, una minaccia di « accerchiamento ». Le crisi marocchine del 1905 e del 1911 avevano risvegliato il non mai spento antagonismo franco -tedesco e provocato uno sforzo parallelo per lo sviluppo degli effettivi. La crisi balcanica del 1912-13, dopo quella del 1908-9, aveva posto di fronte gli interessi dell’Austria e della Russia e presentava già i caratteri che doveva offrire il conflitto del 1914. Il trattato di Bucarest era stato uno scacco per gli imperi centrali. I capi militari e civili ddl'Austria-Ungheria erano fermamente decisi a non accettarne i risultati. La Germania sentiva la sua potenza in via di diminuzione. La Russia, dopo le esperienze del 1908 e del 1912, aveva sviluppato il suo programma di armamenti e definite più strettamente le condizioni della collaborazione militare franco-russa; essa si sentiva sostenuta, incoraggiata dalla Francia nella sua politica di resistenza all’Austria ed alla Germania. Gli armamenti russi sarebbero stati completati nel 1917. Moltke a Berlino e Conrad a Vienna sentivano che ogni giorno che passava peggiorava le condizioni austro-tedesche di fronte all'eventualità di quella guerra europea che tutti ormai consideravano imminente ed inevitabile, tanto per questioni economiche quanto per ragioni politiche. Le condizioni della politica europea, la corsa agli armamenti, le crescenti rivalità fra i due gruppi di potenze facevano considerare che la pace era al tramonto. La tensione era giunta a tal punto che senza il dramma di Seraicvo la guerra europea sarebbe stata ritardata, ma forse non evitata. L’atmosfera era gravida di voci di guerra. La guerra era attesa. < Quando l’uomo di stato giunge a questa conclusione — scrive il Renouvin