io6 PARTE SECONDA segnato ai veneziani, il governo metropolitano spediva anche un Bailo e un Viceconte. L’acquisto del terzo di Tiro del resto non si concretava soltanto nella concessione di un fondaco e di scali marittimi. Il trattato che concedeva una parte di Tiro ai veneziani dava loro anche il possesso di una via, di una piazza, di una chiesa, d’un bagno e d’un forno in tutte le città del Regno, nonché il possesso a Gerusalemme d’un quartiere di eguale estensione a quello reale ('). Per virtù di questo trattato si formarono anzi i terzieri e i quartieri veneziani di Tiro, Acri, Ascalona, Gerusalemme, piccole oasi veneziane, dove vigevano prevalentemente leggi veneziane, venivano applicate consuetudini contrattuali vigenti in patria e si adoperavano misure e pesi veneziani. Le concessioni dei quartieri riguardavano, in generale, un terreno fabbricabile (platea), ovvero un certo numero di case, ovvero una contrada od una parte più considerevole della città. Il capo della colonia dimorava in un edificio speciale (bailìage), sede di un piccolo Tribunale e deH’amministrazione. Talvolta il bailìage dei veneziani fu posto nello stesso fondaco, come avvenne ad Antiochia. Nel quartiere erano poi le chiese che i veneziani naturalmente intitolavano a S. Marco (Tiro, Acri, Berito). Non è da credere però che i veneziani, prendendo possesso di un terziere o di un quartiere, ne scacciassero gli abitanti. Ad Acri ed a Tiro ciò certo non avvenne : anzi, nel terzo veneziano di Tiro abitavano siriaci ed ebrei i quali pagavano il canone d’affitto, si rendevano di notevole (') SlLVA, Il Mediterraneo dall’unità di Roma all’unità d’Italia, Milano, 1927, pg. 115.