PARTE TERZA perchè (direbbe Montesquieu) lontano e dal brigantaggio e dal disinteresse. Ma anche alla terra, come si disse, si pensò ed il risveglio dell’economia territoriale della Dalmazia nel ’700 ci mostra tentativi ed intraprese. Se mancarono perseveranza di intenzioni e spesso efficacia ai provvedimenti, non mancarono certo esempi di solide opere e di fortunate imprese e ciò mise in rilievo il 1 ommaseo, il quale trattò sullo stato delle culture agrarie in Dalmazia e lodò l’opera di prosciugamento delle paludi ad Imoschi, fatta sotto la guida del Provveditore veneziano, nonché l’attività spesa dai veneti in prò della cultura delle viti (J). La storia di Zante ricorda poi un Barbarigo, Provveditore generale «da mar», che si rese benemerito nel 1673 per avere fatto prosciugare le micidiali paludi di Zante, convertendole in fertile pianura (2). Il governo veneziano impose in Dalmazia diversi oneri ai proprietari dei fondi, ciò che provocò una restrizione (*) Tommaseo, op. cit., pg. 383: «A un Paolo Emilio Canal che nel suo reggimento di mesi 32 aveva rasciugate paludi ad Imoschi e sparsi nel territorio di Sign benefizi memorandi, il Comune dedicò una medaglia che ne lodasse il senno, il valore, l’integrità ». Per le colture degli ulivi, del lino, del cotone, e per la pesca del corallo, nonché per la estrazione del carbone fossile, si veda a pg. 382. Per il catrame della Dalmazia, di cui abbondantemente si riforniva l'Arsenale di Venezia, si veda a pg. 490. (“) De GuBERNATIS, Memorie italiane nelle isole jonie, Milano, 1908, pg. 39. Il molo di Zante (città che possiede una grande vasca, del tempo della dominazione veneziana, che serviva per rifornire d’acqua le navi) ebbe le sue prime basi costruite dai veneziani. Si conserva ancora la seguente iscrizione : Ad salutem navigantium fuit structum MDCCLXXXVIII potestate principis tutela proconsolis cura et sumptis municipii. B. Dudan - Il \dominio di Levante di Venezia 16