PARTE SECONDA 213 la che scriveva le leggi, ma anche il libero consiglio. Egli ricordava che Morosini, dopo aver conquistata S. Maura (1684), concedeva agli abitanti libertà di proporre la forma del loro governo. Anche sotto altri aspetti la politica veneziana ricordava quella di Roma che, « dopo aver vinto, associava i popoli al suo destino » (1). Scriveva il Lunzi che, studiando altri rapporti, si trovano <( traccie conservate dall’antica Roma. Ed invero egli pare che i veneziani in molte cose avessero voluto imitare i Romani, i quali non si comportarono in un modo ugualmente spietato inverso tutti i paesi conquistati, molti dei quali non solo trattarono con moderazione, ma li adottarono istituendovi l’organizzazione municipale di Roma stessa. « Ma non solo tracce delle istituzioni comunali di Roma ravvisiamo introdotte dai veneziani nelle isole, ma consuetudini, le quali ricordano esse pure l’antica Roma; una di queste era quella di eleggere nel Consiglio di un’isola uno o più protettori fra patrizi veneti ». 11 Lunzi ricorda che l’uso di eleggere protettori a Venezia è documentato dalla esistenza di significative medaglie (2). Se Venezia fu spesso estremamente intransigente (si pensi alla repressione della rivolta di Candia), essa tuttavia si adoperò a rafforzare con l’obbedienza attiva, « cioè spontanea », dei sudditi il suo alto dominio. (') Mussolini, Discorso dell’impero (maggio I936-XIV). (2) Op. cit., pg. 353. Le medaglie sono quelle offerte ai protettori dalle città protette. Nel 1761 i Cefaleni offrono una medaglia al « Patri - Optimo - Pio - Vigili - Patrono perpetuo ». Parga, nel 1781, offriva una medaglia al suo protettore. Alcune direttive della politica romana seguite da Venezia sono ricordate anche nel Discorso aristocratico, Venezia, 1675, pg. 101: « ... fu facile col pigliar la protezione di uno invitar l’altro e soggettare ambidue, maniera domestica a gli antichi Romani ».