PARTE SECONDA cianti dovevano colà agire liberamente e le merci veneziane dovevano quasi « scorrervi » ( ). Ma non direi col Filmasi che ciò costituì « l’unico fine dell’imprese de’ veneziani per secoli e secoli » perchè così si trascura, ad eccessivo vantaggio dell’elemento economico, quell’elemento politico che è inscindibile nella natura umana e fu carattere singolare dello spirito e del temperamento dei veneti anche nei primi secoli della loro storia. La struttura tradizionale del governo si riconosce anche quando si studiano gli ordinamenti dell’lstria, della Dalmazia, dell’Albania e delle isole jonie nell’ultimo secolo della Repubblica. L’istria (regione assai stimata per i suoi abitanti, ritenuti ottimi navigatori e commercianti, per i suoi boschi, per i marmi, il sale, i vini, la seta ed altri prodotti) era divisa allora in 18 circoscrizioni e in 5 distretti feudali. Le circoscrizioni erano o Podesterie o Capitanati o Contadi secondo che esse fossero presiedute da Podestà, da Capitani o da Conti. Tra le Podesterie ricordiamo quella di Capo d’Istria, di Parenzo, di Città nuova, Muggia, Pirano, Isola, Umago, Rovigno, ecc. Raspo invece fu sede di un capitanato fin quando capitale della circoscrizione fu creata Pinguente, dove risiedette il Capitano di Raspo. Pola invece, essendo retta dal Conte veneto, era capitale di un Contado. Le città si reggevano con il loro statuto ed in generale (') Il FlLIASI (un autore il quale riscontrò nell'azione di governo dei veneziani un ritorno inconsapevole ai metodi degli antichi Romani) scriveva che le città litorali dell’Istria e della Dalmazia formavano con i veneziani una specie di società. Scopo dei veneziani era quello di rendere i porti e rade utili alla marina e al commercio. Cfr. Saggio, cit., pg. 90.