26 PARTE PRIMA gono fino a Damiata (1219-1249) rappresentano sforzi effìmeri. I possedimenti veneziani in Siria sono in pericolo di fronte all’avanzata dei musulmani. Alla quinta crociata Venezia dava il fiore dei suoi guerrieri e l’aiuto delle sue navi. Ma ciò fu vano perchè, più tardi, anche altri tentativi occidentali (1245, 1270) non riuscivano a trattenere la marea musulmana definitivamente vittoriosa dopo la drammatica caduta di Acri (1291) (‘). Questa caduta, che ebbe così vasta risonanza in tutto l’Occidente, segnò anche per Venezia un’ora tristissima. Ed invero si chiudeva il periodo prospero delle libere colonie veneziane (Tiro cadde poco dopo) dell’estremo bacino mediterraneo, mentre prendeva maggiore diffusione l’idea di portare le grandi piazzeforti militari e i fondaci commerciali veneziani a Cipro e nelle grandi isole dell’Egeo. Ma Venezia, proprio agli inizi del sec. XIII, riuscì intanto a premunirsi saldamente nelle terre dell’impero (‘) Dopo la perdita delle colonie siriache furono però conservati in favore dei veneziani vasti privilegi. Essi diventano gli uomini della libertà. La stessa denominazione franchi o frangi (che significa uomini liberi, non soggetti al tributo della testa o testatico ; e non già francesi) fu attribuito ai veneziani ed estesa ad indicare i latini occidentali. Più tardi anche i turchi chiamavano franco l’europeo in genere, GuERRINl, op. cit., pg. 11. Il consolato veneto di Damasco durò fino al 1545; ad Aleppo i Baili veneti rimasero fino al 1645. Un consolato generale per la Siria e la Palestina fu ristabilito nel 1762 e durò fino alla caduta della Repubblica, che esercitò, fino alla fine del sec. XVI, la protezione della celebre Custodia, ente munito di prerogative sovrane. Prima della capitolazione concessa da Solimano il legislatore a Francesco I di Francia (1535) furono stipulate altre simili capitolazioni a favore della Repubblica Veneta tra il 1205 e il 1218, nel 1258 e nel 1454. Si ebbero poi numerose rinnovazioni di tali Patti (1479, 1482, 1502, 1517, 1540, 1573, 1576, ecc.), Guerrini, op. cit., pgg. 50 e 61.