IO DISCORSI DE IL SABBATTINO ECC. in mare, ma si spargono per la laguna: al porto di Torcello Tacque del Sii, Zero e Dese; al porto di Venetia le acque del Muson, Marcenigo, Botenigo et altre per le boche novamente aperte al Botenigo ; al porto di Malamocco 1’ acque della Brenta ; al porto di Chiozza 1’ acque di Brenta Nova e Bachion ; al porto di Brondolo 1’ acque del Bachion, della Brenta per li scoladori di Conselve, del Foresto et dell’ Adice, per modo che crivellano et lasciano in quella la creda e la sabia e formano quello del mare in la laguna, talmente che le zosane non la poleno più condur fori nel mare. E così fin hora la laguna è talmente sminuita e de longezza e di largezza e di fondo, che delli caratti vintiquattro di acqua, che solea intrar in quella per li porti, al presente non ne entra quattro. E de qui nasce che sono persi tutti li corsi delle acque e quelle sono talmente indebolite, che non hanno forza di condur le aleghe e le immon-ditie zoso delle velme nei canali e poi dalli canali condurle al mare. Non correno li rii di Venetia, non correno li canali, e non li porti la trentesima parte di quello che solevano e tenevano li rii e li canali proffondi. E chi fa quest’ atterration di la laguna ? Quando l’acqua cresce, di fatto la se empie, e quando la va zoso, presto la si voda, perchè l’acqua è poca et le velme stanno il doppio discoperte, per modo che il sole le indurisce, l’acqua dolce e le piozze la indolciscono e il canedo non serà troppo tempo da se stesso per le piovane sole, ma serà sopra le velme, mo di qua, mo di là per la laguna, e non li serà poi remedio, e, nasciuto che sia il canedo, com’ ha cominciato a far in molti luogi e massime sotto vento di Venetia, verso ostro, sirocho e garbin, venti pestifferi, indurrà 1’ estate tanto cattivo aere, che Venetia non si potrà habitar, però che tutte le cittadi e lochi, li quali per la cattività dell’ aere non si possono habitar, com’ è Aquileia, Cittanova e Jesolo, s’ hanno abbandonati, quando il canedo li è nasciuto sotto vento verso ostro, e mentre che l'hanno havuto verso tramontana, maestro e grecco, venti sanissimi, non sono così presto perite. E se ben in Venetia per il canedo apresso Torcello et Botenigo si vedde la estate di mossoni, non è però tanto cattivo 1’ aere, quanto serà havendo esso canedo verso sirocho, ostro e garbin. E questo serà l’ultimo esterminio di questa città e laguna, la qual peggiorerà per 1’ avenir più in uno anno che la non ha fatto per il passato in dieci : e quest’ è per vero, e tutto è proceduto dall’ ignoranza di inzegneri et ingordigia delli homini. E perchè ho ditto che il signor Dio, havendo creata quest’ alma città di Venetia in questa laguna per farla insieme con la fede de messer Jesu Christo, figliuol suo, eterna, e per quel che è narato par che la sia senza rimedio per perir, e perchè ho anchor ditto che il signor Dio li ha salvato il modo di perpetuarsi in uno sitto che, diffondendosi dalla guerra dell’ aere et assicurandosi dalle artigliarle e stando nell’ acqua, la si farà eterna insieme con la sua fede, dico io questo potersi far agevolmente; ma non bisogna, per salvar un ditto, perder tutto ’1 brazzo, nè far una esperienza, ma il bisogna tal cosa far che non si falla più, perchè, facendosi mal questa fiata, la laguna ha spirato, perochè nè loco, nè modo, nè tempo ne avvanza a farne un’ altra. La laguna comincia a Torcello, e più sopra verso tramontana, e finisce miglia tre di sotto di Brondolo, verso ostro, che è di longezza passa 20 m. per il dritto e non più, che a baterli di 200 m., che erano dal Savio al Lisonzo, ne son persi passa 180 m. Il più largo è miglia quattro, a passa mille per miglio e a piedi cinque per passo, ma non per tutto, che in tal loco è manco di passa 80. La laguna ha sette porti : il porto di Lio Mazzor, quel di Torcello ditto Treporti, il porto di S. Erasmo, quel di Venetia, Malamocho e Chiozza e Brondolo nel spatio di miglia vinti de lido. E1 bisogna questa laguna conservarla con tutti li suoi porti e talmente operar che in quella non caschi gozzo di acqua dolce di fiumara alcuna senza desfar le possessioni fatte, ma più pre-