io8 PARTE SECONDA ziana, un pozzo, un fondaco, una chiesa che ricordano, lontane propaggini, lo scenario della città delle lagune. Il Kan di Solgati Radamano ordina di preparare case e quartieri per i veneziani. 11 curioso atto di concessione di un settore di territorio ha questa frase in lingua veneta : « Che il vostro porto sia lo provado che ha nome Città Nova. Et azò quello luogo ve sia benedetto e che vui non abbie ’a no voler; nui e li vostri faremo caxe e possession al soo piacer ». Il confine dei quartieri limitava la città veneziana d’Oriente che conteneva la colonia veneziana. Ma la volontà di conservare la libertà economica e, d’altro lato, l’esigenza che imponeva alla metropoli di mantenere nei nuclei che si spostavano sui mari ed al di là dei mari uno schietto carattere veneziano, contribuivano ad imprimere un vasto grado di autonomia alla colonia di fronte alla metropoli. Nuclei di « veneziani », sebbene operanti per la metropoli, non potevano invero essere sudditi dominati dai veneziani che abitavano a Venezia. Un concetto di subordinazione del veneziano colono al veneziano metropolitano è assai dubbio, per non dire ignorato. La subordinazione era quella generale verso il comune Stato il quale era il supremo tutore degli interessi di tutti i suoi soggetti. D’altronde, la distanza dei luoghi ove i veneziani avevano ottenuto concessioni (si pensi che a compiere il passaggio tra Venezia e Candia occorreva di norma oltre un mese di navigazione a vela), la necessità di provvedere in ogni luogo di una certa importanza commerciale alla difesa militare contro le potenze rivali e contro pirati, il bisogno di apprestare porti sufficienti e attrezzati cantieri per ripara-,