PARTE SECONDA 147 neta fece tradurre le Assise (ciò avvenne per ordine del Doge Andrea Gritti nel 1531), già da qualche tempo le discussioni e le sentenze si facevano in italiano. Le Assise di Gerusalemme conservarono però il loro vigore. Nelle sue linee maestre il governo veneziano ci appare, se non saldamente ed unitariamente organizzato, caratteristico e degno di un attento studio, che è però assai difficile per l’assenza quasi completa di storici originali. Una sola sommossa si ebbe a Cipro sotto il governo veneziano : quella del 1546. Non furono allora estranei il carattere e lo spirito della popolazione dell’isola, bramosa di novità, ma che va comunque debitrice a Venezia di non poche provvidenze. Venezia promosse invero la coltivazione degli olivi e del cotone e concedette privilegi per le miniere dell’isola : tra questi privilegi si ricorda quello concesso a Giovanni de Maistro, riguardante la potassa. Importanti lavori per le saline e per la costruzione di argini furono fatti sotto il governo veneto. Cospicui profitti ritraeva, del resto, la Repubblica per i dazi riguardanti la seta, il sale, ritenuto « potissimo sostegno delle navi nostre », il cotone, il vino e l’olio dell’isola (x). L’isola inoltre era assai pregiata per le sue foreste e per la produzione di droghe, resine e cristalli di rocca (i diamanti di Bafo). Perduta Cipro, il Gran Consiglio di Venezia nel 1573 deliberò che gli Uffici metropolitani dovessero contribuire alla sostentazione dei nobili cipriotti. Si pose allora in rilievo « la viva et costante fede et affettione quali essi et (l) Con la pianta chennà, di cui adoperarono le foglie, i veneziani tingevano i cavalli, MARITI, Viaggi per l’isola di Cipro e per la Soria e Palestina, voi. 1 (1769), pg. 27. Al tempo del MARITI si tingevano ancora i cani levrieri bianchi e gli armenti.