46 PARTE PRIMA alla necessità di stringere una forte alleanza e di provvedere alla tutela di comuni interessi. Drammatico e in certi aspetti leggendario fu il sorgere della potenza ottomana che già nel 1356 raggiungeva Gallipoli ('). La proporzione delle forze ottomane non era certo ancora quella del secolo susseguente, quando il Turco poteva comparire alla testa di un esercito di 300.000 uomini e di un’armata di 200 navi (2), ma pur valide erano quelle forze militari che seguivano la tradizione saracena ed erano animate da una fede incrollabile nel loro destino. Le vittorie navali del Turco non furono però cosi celermente realizzate come quelle terrestri. Il Turco apparteneva ad uno di quei ceppi di popoli giovani che, almeno originariamente nomadi, non amavano le città, vivevano sull’economia della terra (3) e formavano, sebbene « dilatati » su vasti territori, nuclei robusti di popolazione i quali già potevano superare politicamente e in energia il semplice fenomeno dello Stato-città. Le forze ottomane e quelle veneziane in realtà si bilanciarono a lungo, perchè i turchi non riuscirono a prevalere in mare ed i veneziani in terra. Ma quest’ultimi dovettero certo preoccuparsi del fatto che a loro mancava una robusta massa di popolazione (ciò anche per scopi militari) e dovettero quindi abbracciare così nuove (*) Lo stretto dei Dardanelli è lungo 71 km. Alla punta di Na-gara si estende il varco più stretto (m. 1350). È questo il celebre* passo d’Abido (Boca d’A L'io dei veneti). Da Gallipoli Venezia potè dominare lo stretto. Nel 1366, Amedeo VI di Savoia riconquistava Gallipoli e il suo territorio che furono offerti a Venezia. La repub blica rinunciò però al possesso per l’impossibilità di mantenerlo. (2) Cfr. ValIERO, op. eli., pg. 219. (3) A. Morosini, Historia cit., pg. 422: «Costans opinio est Turcas a Scythis, qui nulla stabili sede, nullis oppidis patentes campos vage ed sparsim trans Tanaim amnem incolunt, originem du- xisse ».