PARTE TERZA 277 Ippolito Nievo guardò oltre ed osservò che Venezia' contribuì a difendere il rinascimento letterario e scientifico dell’Italia con lo schermo stesso opposto contro i turchi di Costantinopoli, contro gli Uscocchi del Don e i Barbareschi di Tunisi i1). Solo dopo la guerra di Corfù si calmò la lotta verso Oriente ed allora parve affievolirsi la fiamma di quell’indipendenza cittadina, che sembrava brillare durante la tensione dei periodi guerreschi di nuova luce. che riuscì ad inserire la Gran Bretagna, mirante ai lontani traffici dell’india, nella Grecia seguì abilmente la direttiva veneziana anti-ottomana. (’) BACCHELLI, Le più belle pagine di /. I\iei)o, Milano, 1929, pg. 205. Significativi furono i versi del maceratese Alale na (m. 1749) che si leggono nella composizione L’Italia a Venezia (per la pace di Passarovitz). L’Italia dice : « Se ai tuoi bronzi, ai tuoi marmi io volgo il ciglio « Scorgo l’antico mio vero splendere, « Che acquisto e premio jur d’alcun tuo figlio, « In te la libertade, in te il Valore, « In te il mio senno Veggio, il mio consiglio, « Veggio me stessa alfin, veggio il mio onore ».