232 PARTE TERZA avevano un ordinamento ad immagine di quello di Roma, ed erano inviate laddove esistevano speciali interessi materiali da tutelare, di preferenza lungo le coste (’). Nei secoli XIV e XV si stringono nuovi trattati con città che ricordano i romani foedera aequa ed iniqua, e che portano alla formazione di un dominio, temperato da una rilevante autonomia intema perchè consacrato dalle franchigie municipali. Quest’ultimo fatto dimostra che la politica veneziana, riattaccandosi alla tradizione romana, precorse il sistema inglese dell’autonomia coloniale, il quale non costituisce affatto, come è stato invece sostenuto, un sistema moderno (2). Alcuni vantaggi dell’autonomia funzionale e del decentramento amministrativo che si ebbero col cosidetto self-gouVememènt furono esperimentati da Venezia durante perlomeno otto secoli (3). Ma la vita veneziana d’oltremare non fu effimera. Chiamata ad operare lungo un enorme settore dell’Adriatico orientale, dell’Jonio, delI’Egeo, sul Bosforo, nel Mar Nero e lungo le coste del Mediterraneo orientale, la Repub- (') De RUGGIERO, Le colonie dei romani, Spoleto, 1897, pgg. 13, 18, 19, 127. (2) Cfr. la voce Colonia in Enciclopedia giuridica (1913). (3) 11 decentramento amministrativo posto in essere dal « self-gouvernement » e dalla « self-taxation » (che presuppone l’esistenza . nella colonia di una élite sociale) costituirebbe, secondo alcuni autori moderni, un più spontaneo e duraturo legame di volontaria e ben accetta dipendenza della colonia ; produrrebbe un effettivo risparmio nelle spese di amministrazione ; porrebbe l’amministrazione, almeno in parte, sotto la guida di elementi che conoscono le condizioni e le questioni locali. La struttura federale dei domini veneziani è confermata dal fatto che le città dominate tenevano nella dominante una specie di ambasciatore col titolo di nunzio, TENTORI, Saggio sulla storia civile, ecc., II (1785), pg. 269.