PARTE PRIMA 39 al Marchese di Monferrato perchè rinunciasse a tutti i suoi diritti sull’importante isola (1). Anche da questo fatto riscontriamo la netta tendenza dei veneziani diretta a conquistare il dominio del mare ed a rinunciare agli acquisti territoriali che vengono lasciati ad elementi maggiormente attrezzati. Ci è noto infatti che il marchese di Monferrato vendette l’isola anche perchè egli era « massimamente il più famoso capitano del suo secolo nelle battaglie terrestri, e del tutto inesperto nelle marittime » (2). L’isola sembrava ai veneziani simile « per l’altezza dei monti ad una gran rocca circondata dal mare, i di cui seni siamo come le porte » (3). Pure il suo dominio, dopo la caduta dell’impero romano d’Oriente, non si presentò facile non essendo i greci soverchiamente favorevoli ai nuovi signori. Anche perciò più tardi i veneziani, seguendo la tradizione coloniale romana, escogitarono di spedire colonie di cittadini e di nobili nell’isola. Invero, gli animi dei greci, mobili per natura, tentarono fin dal principio di scuotere il dominio veneziano che più sicuramente si affermò nell’isola quando Candia « con vena di sangue innestato con (:) Cfr. Memorie e documenti storici riguardanti l’acquisto e il possesso di Candia, in Manoscritti, cl. IV, cod. 190 della Biblioteca Querini Stampalia di Venezia. (2) RàMUSIO, op. cit., pg. 124. Intorno a Candia, cuore del dominio levantino di Venezia, svariate e innumerevoli sono le notizie rimasteci. Isola assai popolata anche ben più tardi (300.000 uomini, secondo A. MOROSINI, Storie veneziane, Historia veneta, nella Col-lez. Ist. delle cose venez., tomo V, Venezia, 1719, libro XII, pg. 610) essa fu chiamata regina dell Egeo e la sua importanza strategica crebbe col sorgere del pericolo turco. Per i veneziani divenne allora « la briglia dei Turchi ». (3) Nani, Historia della Rep. Ven., nella Coll. Ist. delle cose Ven., pg. 38.