PARTE TERZA 255 ' Beati coloro che vogliono stare soggetti a Venezia, egli esclamava, perchè Venezia mantiene i sudditi sicuri nel loro porto e perchè Venezia è conforto degli affannati che a lei si rivolgono. Fra i sudditi di Venezia, i dalmati e i greci ebbero speciale importanza. Gli uni difendevano la vena maestra, lungo la parte centrale del litorale orientale adriatico, dei traffici del Golfo, gli altri furono le sentinelle, che vigilavano, verso i mari del Levante e del Mediterraneo, per la sicurezza delle più lontane navigazioni, e sulle estreme barriere militari contro il Turco. La Dalmazia fu una terra che, specialmente dai primi decenni del ’400, contribuì allo splendore della civiltà veneziana non solo coll’apporto della sua civiltà cittadina e di un pensiero spesso saldo e geniale, ma coll’offrire politici, navigatori e numerosi combattenti. La tradizione della fedeltà e delle virtù militari dei dalmati fu ben conosciuta nei secoli delia storia veneziana e ben la comprese Napoleone, prima a Verona e poi al tempo della ramosa spedizione di Corfù del 1 797, quando volle esclusi i dalmati dalla flotta che partiva per iniziare nelle isole jonie il tradimento che fu poco più tardi consumato a Campoformido. Dalmati e veneti contribuirono quasi da soli a non fare dell’Adriatico tutto « una pozzanghera turca » (1); ma la storia veneta annovera diverse famiglie, anche del patriziato veneziano, originarie dalla Dalmazia. Le famiglie Bragadin, Duodo, Emo, Erizzo, Gozzi, Guerra, Renier, Sagredo, Saponari ebbero sangue dalmatico. Di sangue (‘) Tommaseo, op. cit., pg. 417.