52 PARTE PRIMA Questo dilemma pesò per tutti i periodi della storia successiva e costituì una delle cause per cui si alimentò nella città capitale e nelle terre dominate un sistema di autonomia il quale indicava anche un separatismo costituzionale che condusse, col procedere del tempo e col collasso dei traffici marittimi, ad inconvenienti assai gravi. Non mancarono ragioni che consigliarono, come fu osservato dal Leicht, di impadronirsi dei valichi delle Alpi, attraverso i quali si svolgeva il traffico verso Venezia, piazza di commercio, ma ogni intervento di Venezia nella politica terriera o terrafermiera avvenne con singolari riserve; necessità di vita, la stessa conformazione topografica di una città che era simile ad una nave, la volontà di continuare i redditizi traffici tradizionali costituirono altrettanti elementi che frenarono la spinta dei veneziani verso la terra e determinarono i reggitori di Venezia ad adottare, come si è già detto, una politica di bilancia o di transazione. È cosa certa però che la politica tradizionale (quella del mare) fu animata ancora da energiche volontà; questa politica sostenne l’urto violentissimo contro il Turco e sostenne quel ramo, fedele anche perchè animato da esigenze di una comune difesa e da comuni interessi, de 11 Impero veneziano che si estendeva con diverse propaggini fino al Levante. Questo dilemma contribuì inoltre a dare nelle terre dell’oltremare veneziano, anche nell’ultima epoca, un’impronta marinara agli ordinamenti generali amministrativi. Il secolo XV vedeva dunque allargarsi i confini di Venezia verso la 1 errai erma italiana proprio quasi contemporaneamente ai drammatici eventi che ebbero importanza mondiale nel Levante. Nel 1453 cadeva nelle mani dei turchi Costantinopoli.