PARTE SECONDA 173 In una « nazione formatasi sul mare » (x) si guardò con una certa preoccupazione alla vita della terra, forse perchè <( la molezza ed i comodi della terra avriano tolta l'affezione al mare » (2) : curiosa però fu sempre la sensibilità dei veneziani per i problemi marittimi, dai quali si ritenevano dipendessero i destini di quella città chiamata argutamente « caenazzo della terra, chiave del mare, serraura de i Corsari » (3). L’esperienza — si scriveva ancóra alla fine del ’600 —- (( fa conoscere che il veneziano non è nato per la terraferma, come invece ha naturalmente disposizione per il mare ». Non trascurabili sono le osservazioni fatte da un politico imparziale circa l’efficienza dell’armata di Venezia ancora nel tardo ’600. Questi riteneva che l’Armata marittima della Repubblica era ancora « quanto v’è di sano in questo corpo »; « ... se con questa potesse... difendere i suoi stati di terraferma e del Friuli si potrebbe ritenerla sicura dalle invasioni esterne... » (4). Una mentalità marinara doveva essere ben caratteristica in una città che appariva, essa stessa, una nave. « Tu la nella Collezione Istorici delle cose veneziane, tomo 10°, Venezia, 1722 (nella narrazione dell’anno 1670). Per I'OlMO l’imperio di mare constava « di molti membri sparsi qua e là e disgiunti l’uno dall’altro per lunghissimi tratti di mare, i quali però si congiungono con le armate », Relazioni della Repubblica di Venezia, ecc., Venezia, 1628, pg. 9. (:) SANDI, Principi di Storia civile, ecc., voi. I della Ia parte, Venezia, 1755, pg. XXVIII. (2) Ciò si pensava a proposito della legge del 1274 vietante l’acquisto di fondi nella Terraferma veneta, (3) Fantasia composta in laude de Venezia, pg. 2. Secondo il SCHURZFLEISCHIUS, Opera histórica politica, Berlino, 1599, pg. 1013, l'Adriatico era « Venetis praesidium, civitati ve-netae firmamentum ». (4) Relazione sulla organizzazione, cit., pgg. 75 e 76.