70 DISCORSI DE IL SABBATTINO ECC. fiumi suoi mortalissimi inimici al mare, e restarà Venetia in la sua laguna serata cum gli suoi porti, e da li capi, e nel mezzo delle sue mura, le qual sono questa laguna. • Capo LXVI. — Alckne provision che si debbe far per benefitio della laguna in volerla conservar, reduta che la sia in sicurtà. Scatiati fuori di questa laguna gli fiumi, como parte più potente degli suoi inimici, conviensi ancora, per distrugier questa congiuratione del tutto, alla seconda quallità di persecutori, che è la ingordigia degli homeni, di poco minor danno a questa città, di quel che sono essi fiumi, al tutto proveder. E le provisioni serano queste. Che di sotto dagli arzeri maestri, gli qualli circonderano questa laguna, cominciando al porto novo di sotto di Brondolo (over a quel di Brondolo, secondo che si farà) e venendo verso tramontana fino al Dolo, quai serano quelli della Brenta, e di sotto da quelli, i quali cominciano al Muson, al loco di Stigian, e continuarano fino al porto novo di sopra il porto di Lio maggior, non si lasciasse far operatione alcuna, ma il tutto lasciar andar silvestre in boschi, pradi e canedi, acciochè le piovane vengino chiare e non torbide in la laguna, il che saria di giovamento e non di danno. Ma perchè tropo seria il guastar delle possessioni già fate, le quali restasseno di sotto degli ditti arzeri, proveder almeno che esse possessioni stesseron cum gli suoi scoladori serati, cum decreto che quelli, essendo 1’ acqua torbida negli fossati, mai si potesseron aprir, se non quando la fosse chiara, e la cura di questo darla agli custodi della laguna, da esser fatti como sì dirà per avanti, et il resto dei lochi lasciarli star como si ritrovano, li pradi per pradi, canedi per canedi, e velme per velme, e non li lasciar arzerar per modo alcuno, o sia il ditto arzer con impedimento degli canali o pur senza, e non li lasciar praticar per via alcuna. Non lasciar condur vacche nè animalli di sorte alcuna, da niun tempo, nè per far latte nè per altro, dagli arzeri soprascritti fino alla laguna ; non lassar arzerar sopra le velme, nè altri lochi bassi, che fusseron in la laguna, da quelli che confinano con gli lidi, in fuora per fortezza di essi lidi, e far che le cose stiano como le stanno, perchè non sia impeditto 10 ascender delle acque salse e lo discender con furia delle velme negli canali e degli canali al mare, e principalmente atorno di Venetia ; e per tutto ancora far che siano desfate tutte le valli e cavate tutte le grisole, che s’ atrovano fatte dal porto di Mal-lamoco a quel di Torcello, como altre volte fo preso nello Excellentissimo Collegio delle Acque. E perchè, como è stato ditto, el se debbe haver l’ochio per tutta la laguna, nè minor cura si debbe haver degli capi di quella, di quel che se ha de li mezzi per le raggioni ditte e da esser ditte, egli è da proveder che per tutto il resto della laguna (la qual de cetero se intenderia dagli arzeri sopra nominati alli lidi) non sia impedito 11 corso delle acque. Adunque aricordo che tutte le valli basse, le quai sono di sotto dagli canalli maestri, verso li lidi, se debiano al tutto desfar, como tra il porto di Brondolo e quel di Chioggia, la valle Triolera e Gambarelli, Marlonga, Pochopesse, Bollegnola, e tra il porto di Chioggia e quel di Mallamocco la valle Gradenico, la Baessa, Cazzacan, Perognola pizzola, parte di S. Marco novo, la Magrea, la Scomenzera, e tutte quelle vállesele, che hanno cominciato a far gli hortolani, como in Coregio a Porto Secho, e tra gli Treporti et il porto di Lio maggior la valle Scandio, quella in sacha de Lio piciolo, et acciochè, disfate, più non si facino, farle desfar li casoni de dite valli, e perchè, com’anchor è dito, quelli, li qualli hano le valli serrate, conducono nelli loro canali infinito numero di lotte con le barche cariche, le quai ogni anno si spandeno per la laguna a grandissimo mallefitio de’ quella, dovedar a queti talli con tal stretezza di legge che mai più noi possino far.