DISCORSI DE IL SABBATTINO ECC. 23 fino al canal di Lio Maggior. E che bisogna che più mi affatica, se già anni quaranta entrava in questa laguna karati ventiquatro di acqua salsa, al presente no ve ne entra sei? Per il che le acque delli canali hanno perduto il corso violento, chè, essendo la laguna fatta piciola, non riceve quella quantità di acqua salsa, che ricever solea, e, quando T acqua discresce, presto la si vuota : e de qui nasce che li canali, li rij, le velme e li porti si atterrano ochij vedendo. Et a questo modo se ritrovano le mura de la città di Venetia a nostri giorni. Capo VI. — In qual stado si trova la laguna, e delli lochi in quella alterradi a nostri giorni. Essendo questa laguna le mura di questa alma città di Venetia, et essendo riduta nella picolezza, che la si vede, si può dir che la sia apresso il suo fine. E certamente essa è fatta debolissima, e vassi più debelitando ogni giorno, et è per pegiorar assai più da qui avanti in uno anno, che non ha fatto pel passato in dieci: e chi non li provede, essa laguna si perderà. Io dico che quella si perderà in questo modo : che là dove sono le velme, venirano le barene alte e gli canedi ; li canali resterano salsi per uno tempo, ma non della largezza che sono al presente, della profondità sì bene, et ancora di maggiore, però che l’acqua, la qual a le fiate ascenderà sopra le barene e negli canedi, cascando in li canali con vehementia, li tenirà profondi, corno si vede delli canali posti in li canedi tra il canal di Montalbano e quel di Siocho. E nasciuto che sia il canedo per la laguna, massimamente verso il meggio-giorno, di dove escono li venti di scirocho, ostro e garbino, venti caldi e pestiferi, venirà l’aere tanto tristo, che io non scio come si potrà habitar questa città. E la esperienza si ha veduto di Ravena, Aitino, Adria, Aquilea, cittadi antiquissime, le quai erano in la laguna, e di Cittanova, già dita Eraclea, Jesulo, Lio Maggior, et al presente di Torcello, e di altri lochi, li quali si sono convenuti disabitar non per altro che per il cativo aere causato dagli canedi nasciuti sotto vento da essi lochi, cioè dalla banda di meggiogiorno : e se bene haveano gli canedi sopra vento, cioè verso il settentrione, non però se disabitavano, perochè li venti di maestro, tramontana e greco sono fredi e sechi, molto più sani che li altri caldi et umidi. Et è questa laguna alla simiglianza de uno homo venuto a gli anni della vechiezza, il quale, per la debolezza sua, manca di forze più in uno anno, che non mancaria in dieci nell’ età sua virille. E certamente egli è di bisogno di proveder alla debolezza di essa laguna per conservar questo resto di essa. Capo VII. — Congiuration fatta tra el mare, li fiumi e gli homeni contra alla laguna. Dire si poteria, e con verità, che li fiumi, il mare e gli homeni s’hanno congiurato insieme per la ruina di questa laguna e di queste mura. E benché gli fiumi da se stessi la potessero ruinar, non però il fariano tanto presto, nè sì comodamente, se non fosseron agiutati e da il mare e dagli homeni. Il mare da sé solo mai causaria questa ruina, se ei non fosse agiutato e dagli fiumi e dagli homeni. E gli homeni men la fariano, se non se acompagnasero e con il mare e con gli fiumi. Hor corno il mare, i fiumi e gli homeni habino causata e causino la ruina della laguna, qui si dirà.