BARBARI E BIZANTINI 153 vito effettivamente solo da tramite delle comunicazioni fra l’Italia e l’Oriente con una serie di linee, che da Brindisi si dirigevano ai porti dell'illirico, dell’Epiro, della Grecia e di tutto il Levante. Nell’età di mezzo la navigazione per l’Oriente stava per avere come capolinea Venezia, cui perciò occorreva subordinare ogni altra comunità marittima dell’Adriatico alla sua potestà e al suo interesse. Tale fu l’opera di quegli isolani da quando, nel 697, colla proclamazione del primo doge, si strinsero tutti in una sola famiglia, fino al 1204, ossia al termine della IV Crociata, allorché, abbattuto con le loro forze navali l’impero di Oriente, divennero la più forte potenza navale d’Europa e fecero dell’Adriatico un lago interamente proprio. Ed ora sarà mio intento seguire Venezia nella via che fu da lei percorsa per arrivare a quella cima, segnando le tracce più salienti della sua politica nei riguardi dell’Adriatico. Le grandi invasioni barbariche e soprattutto la distruzione di Aquileia, Concordia e Altinum determinarono un notevole mutamento nella pianura veneta; indussero cioè le popolazioni a trasferire le loro sedi dalla Venezia terrestre alla marittima, dove giustamente apparivano più tranquille e sicure. In tal modo i centri dell’attività di quella regione si spostarono dall’interrio verso il mare e si vennero fissando o nell’ultimo tratto della terraferma, in mezzo a fiumi e canali, fra