442 i/ADRIATICO giungere quando si badi solo a questo, che il principio nazionale sia integrato con necessità d’ordine strategico. Non conviene a noi inchiudere in un .territorio, che diverrebbe parte integrale del Regno, troppe popolazioni slave che dalla diffidenza passerebbero all’ostilità ed alla ribellione. Le Provincie illiriche ce lo insegnano. Questo nuovo errore, dopo Campoformio, della politica napoleonica ci avverte come, in fatto di sudditi, la qualità importi assai più della quantità, e ci dimostra quali sieno stati gli effetti (unitamente a quelli derivati dalla divisione del dominio adriatico fra i tre regni, l’italico, l’illirico e il napoletano) che scaturirono dall’inopportuna aggregazione d’elementi eterogenei al grande impero. Fin qui ci siamo limitati a rilevare solo il lato nazionale e politico del problema italo-slavo. Tale problema è ben più complesso, quando lo si riguardi sotto il rispetto economico. Dirò anzi che, a questo riguardo, si è formata una vera e propria situazione minacciosa per i nostri connazionali soggetti all’Austria; la lotta fra i due elementi è quindi più vasta, più acuta di quanto sembri a primo acchito. Il Piccolo di Trieste ce ne diede più volte ampie notizie ed in alcuni numeri del settembre 1907 avvertiva il pericolo, mostrandosi seriamente preoccupato dalla larghezza dei mezzi finanziari di cui gli Slavi dispongono in quella città e nella campagna e dei