456 Iv ADRIATICO zioni: Io che si pongono in serio rilievo le minacce slavo-serbe e slavo-russe sull’Adriatico; 2° che si ammette che la vicinanza dell’Austria è pericolosa per l’Italia, sebbene non tanto quanto sarebbe quella della Russia; 30 che si offrono alla nostra nazione, come compenso dell’alleanza con gli imperi centrali, terre che non appartengono agli offerenti ma ai loro nemici ; 40 che si cerca di distogliere la nostra patria dalla soluzione dei problemi nazionali e particolarmente di quello adria-tico, con la vaga prospettiva d’ingrandimenti sul Mediterraneo. Pure senza intonazione aggressiva, ma nella posa di chi guarda dall’alto in basso e perciò si studia di nascondere nel consiglio la minaccia, lo stesso giornale in un articolo di fondo del 14 febbraio integrava, proprio alla vigilia della ripresa dei lavori parlamentari in Italia, le considerazioni precedentemente svolte dal Conte An-drassy. E si meravigliava soprattutto che da noi vi fossero coloro i quali credono ad una prossima fine dell’Austria e perciò illudono e ingannano la pubblica opinione, mentre invece — esso sosteneva — la monarchia danubiana lotta piena di forza e di fiducia. Continuava poi dimostrando che questo stato fu spinto alla guerra da necessità ineluttabili, per concludere così: « Gente di grande imaginazione vuole incutere al pubblico italiano il convincimento che l’Italia deve decidersi a marciare alla