270 l’adriatico nezia libertà di navigare tutto l’Adriatico e accordata esplicitamente ai suoi mercanti facoltà di traversare a scopo di commercio l’Ungheria. Rammenterò inoltre il patto del 1310 fra Stefano, bano di Croazia, e la Repubblica, col quale il bano garantisce ai mercanti veneziani il traffico e la sicurezza attraverso i suoi stati; una lettera del re di Rascia (1330), secondo la quale i Veneziani potevano per suas terras habere transitimi, securum ad partes Romanice et in Raxia... excepto ad partes Bulgaria; e finalmente le deliberazioni emanate nel 1335 sul commercio in Bosnia in rapporto ai diritti e doveri del conte diSebenico (l). Come si vede, i principi slavi in prossimità all’Adriatico tentavano, sfoggiando titoli pomposi, di affermare il loro dominio su detto mare; e il doge di Venezia rispondeva facendosi riconoscere quale dux Chroatice et Dalmatica. Ancona pure, come dissi, commerciava in tutto l’Oriente. E non occorre avvertire, dati i favori che il governo bizantino in odio a Venezia prodigava agli Anconitani, com’essi fin dal tempo dei (l) « ... Vadit pars: quod, attenta conditione Sibenicensium et mercatornm, bestialia et mercationes, quas mercatores nostri, conversantes in Bossina, emerint in Bossina, possint conducere quandocumque volunt, et nulla eis fiat novitas, sed de niercationibus, quas emerent dicti nostri mercatores in via, postquam recesserint de Bossina mercationes, comes solus Sibinici, nunc et prò tempore futuro, habeat libertatem providendi et ordinandi, sicut ei videbitur prò nostro honore et bono et conservatione fidelium nostrorum de Sibinico ».