AUSTRIA, FRANCIA, ITALIA 429 tentavano praticare quando potevano, e sempre a danno delle città costiere. Ma una vera e propria gara nazionale e politica fra i due elementi manca del tutto; nè alcun segno ci autorizza ad ammettere l’esistenza d’un partito slavo o slavofilo nelle comunità della costa orientale adriatica. Ora appunto perchè la pirateria costituiva per Venezia e le città protette il pericolo più grave, noi troviamo nei documenti di quell’età accenni a conflitti per tale cagione fra la Dominante e quei principotti slavi che si rendevano complici delle ruberie dei propri connazionali. Questa condotta è l’indice più sicuro del loro grado di civiltà. Porterò, a prova, la pace fra Ragusa e Stefano Ne-mania, gran Jupan di Serbia, nel 1186, nella quale si enumerano omnia mala quae retro tempore acta fuerint inter Raguseos et Sclavos prò lite de vineis, galeis, sagiteis, hominum, animalium et omnium rerum; i Ragusini ottengono di poter percorrere, a scopo di pascolo, di lavoro e di commercio, le terre slave e particolarmente il porto della Na-renta, e gli Slavi pure hanno libertà di accesso in Ragusa. A qual genere di lotte si riferisce il documento, se non a quelle eh’erano conseguenza del continuo ladroneccio degli Slavi per mare e per terra ? Sono battaglie di carattere politico o nazionale codeste ? Nessuno vorrà ammetterlo. Bd è più d’una volta che le città e le isole dalmatine fanno rimostranze al doge per le scorrerie dei predoni. Nel 1313, ad