VENEZIA E I TURCHI 293 Dal 1480 al 1484 Venezia, in pace col Turco, si trovò impegnata in una guerra d’equilibrio fra stati italiani, in cui essa, collegata al papa, riuscì a vincere la rivale Ferrara ch’era appoggiata da Milano, Mantova, Firenze e Napoli. Iya Repubblica si rivelò ancora una volta signora assoluta dell’Adriatico, dove mise in campo due flotte: l’una che, risalendo il Po, doveva, di concerto con l’esercito, battere gli Estensi; l’altra attaccare le coste di Puglia. Dopo alcuni insuccessi sul Po e la defezione del pontefice, i Veneziani ripresero animo. Da squadra pontificio-napoletana non riuscì ad impadronirsi di nessuna isola nè città dalma-tina, nè a sollevarne alcuna contro la Dominante, nè a bloccare il naviglio veneto a Curzola. Per contrario la Repubblica, debellate le piraterie del napoletano Villamarina, blocca e depreda le coste pugliesi, assalta Gallipoli ed altre terre che poi, nella pace di Bagnolo, restituisce agli Aragonesi. In questa guerra la Repubblica aveva dimostrata una grande superiorità sugli altri stati italiani specialmente sotto il rispetto marinaro, ed erasi rivelata signora assoluta dell’Adriatico. Ma fu l’ultimo avvenimento in cui Venezia apparve tale. Spagna e Turchia stavano per soppiantarla nel Mediterraneo ; il che significava che l’avrebbero indirettamente colpita anche nell’Adriatico. Per di più le gelosie cristiane affrettavano il trionfo della Mezzaluna e della libera pirateria su tutto il bacino maggiore, con le inevitabili ripercussioni nel minore.