64 i/ADRIATICO In questa parte del suo programma non si può dire che Taranto sia stata veramente fortunata, perchè le popolazioni indigene contigue, special-mente gli Iapigi, i Messapi ed i Peucezi, finirono col ribellarsi e, a quanto afferma Erodoto, la sconfitta che inflissero a quella città nel 473 fece cadere ogni sogno di conquista tarentina nel Mezzodì d’Italia. In fondo però i Tarentini ebbero a soffrire tutt’altro che del danno, poiché, abbandonata ogni velleità imperialistica sul continente, rivolsero l’attenzione e l’attività loro unicamente ai traffici marinari. In tal guisa rialzarono la loro posizione sull’ionio e si stabilirono pure sull’Adriatico (*■), conquistando proprio nel secolo della loro sconfitta una vera e propria egemonia navale e commerciale, cui contribuì certo la distruzione di Sibari ch’era avvenuta nel 510. Hy-druntum, l’odierna Otranto, divenne allora un vasi negli storici della M. Grecia cenno alcuno che assicuri avere i Sibariti navigato l'Adriatico e fondato stabilimenti sulle due rive di esso. Il Ponnelle, ad esempio, si limita a notare che Sibari « tenait l’une des têtes de la route terrestre qui unissait la mer de Tarente à la mer Tyrrhénienne et, par la-même, à l’Btrurie » (Le commerce de la première Sybaris, in Mélanges d’Archéologie et d'Histoire, giugno-sett., 1907). ho stesso si dica delle altre città della M. Grecia e della Sicilia, meno naturalmente Taranto e Siracusa. (*) Taranto, situata quasi all’ingresso dell’Adriatico, invia dovunque le sue navi, in Istria, nell’Illirico, in Epiro (Polibio, X, 1).