GRECI E ROMANI 69 con la flotta da Corinto, mirando a Taranto, allora in lotta con i Tucani, dove avrebbe potuto prestar l’opera propria. Ma i compagni, non fidandosi di lui, l’obbligarono in alto mare a virar di bordo, così ch’ei non toccò neppure le coste d’Italia. Vi giungeva invece qualche anno dopo (secondo Tivio nel 341, secondo altri nel 332 a. C.) Alessandro il Molosso, signore dell’Epiro, e si poneva ai servigi di Taranto, la quale sperava, affidandosi ad un capitano di ventura, di salvarsi dalla costante minaccia delle popolazioni interne, special-mente dei Bruzzi e dei Tucani. Ta sconfitta di queste popolazioni, la presa di Siponto, la pace con Brindisi, un trattato segreto fra Alessandro ed i Romani fecero concepire all’avventuriero ambiziosi sogni. Ma la resistenza dei nemici, con i quali Alessandro dovette scendere a patti, il tradimento dei Tucani, la rottura con Taranto fecero fallire miseramente l’impresa con la morte del duce, che avea sognato di riunire in un forte stato le città italiote ('). Ta medesima sorte ebbe a toccare ad un altro avventuriero, cioè a quell’Archidamo III di Sparta, che s’era reso famoso in patria nelle guerre contro Epaminonda. Venuto anch’egli per combat- f1) Pais, La spedizione di Alessandro il Molosso in Italia Napoli, 1902.