EGEMONIA DI VENEZIA 245 istriane, le quali in tal modo godevano il vantaggio di essere protette e sostenute specialmente contro la pirateria, ma d’altra parte avevano la loro libertà politica e commerciale vincolata alla Dominante. Sulla sponda occidentale però Venezia non arrivò mai ad esercitare il suo protettorato come sull’orientale; onde si trovò in uno stato di perpetua rivalità con le città italiane, specialmente con Ancona che agli imperatori, ai papi e più tardi anche ai Turchi riusciva a strappare, in odio alla rivale, ripetuti favori. Infinite sono perciò le lotte veneto-anconitane; ma nè Venezia pervenne mai a debellare la nemica, come riuscì a Genova in danno di Pisa, nè mai Ancona potè uguagliare le tre grandi repubbliche marittime del Medio Evo. Dirò anzi che Ancona e sull’altra sponda Ragusa furono in quell’età i due centri marinari più cospicui, dopo Venezia, sull’Adriatico ed anzi, in rapporto al commercio mediterraneo, arrivarono in certi momenti a conquistarsi un posto di second’ordine. Rivalità perpetue adunque fra Venezia ed Ancona per il monopolio dell’Adriatico, che la prima pretendeva, per la libertà di commercio, che la seconda nel suo interesse invocava; rivalità inoltre, per le stesse ragioni, fra Venezia e gli altri centri costieri, dalla Laguna alle bocche di Otranto ; rivalità infine fra quella repubblica e le città che poste, come Ravenna, in vicinanza dell’Adriatico