466 l/ADRIATICO tualmente annullato il famoso Trattato degli stretti, che impedisce all’impero moscovita d’uscire con la flotta militare dal mar Nero, è certo che sono già maturate delle pratiche in proposito non soltanto con la Francia ma soprattutto con l’Inghilterra, che fu sempre la rivale più accanita della Russia sul mare e le si parò innanzi più volte a contenderle l’avanzata verso il Bosforo. Oggi poi stanno dischiudendo alla Russia la contrastata via dei Dardanelli proprio i cannoni di quelle due potenze che in altri tempi glielo avevano impedito. Se adunque il maggiore stato orientale d’Europa sta per realizzare finalmente un sogno secolare e la sua entrata nel Meditarreneo è prossima, all’Italia, interessata al pari della Francia e della Gran Bretagna all’equilibrio di quel bacino, non deve sfuggire il fatto nuovo, ed essa deve perciò preoccuparsi dei mutamenti che conseguiranno e chiedere quei compensi che valgano ad assicurare la sua posizione e missione di stato marittimo. Nè sarà difficile per il nostro governo giungere ad un’intesa con la Russia. Da quale intesa, chiara e senza sottintesi, dovrebbe, secondo me, riferirsi a due punti. Il primo riguarderebbe la posizione dell’Italia nell’Adriatico, in rapporto alle tendenze degli Jugoslavi e degli stati balcanici, la maggior parte dei quali si orienta verso Pietrogrado. Se, come ho dimostrato, il movente della politica adriatico-balcanica dell’Austria furono, fin dalle origini, gli ingrandimenti della Russia sul Mar Nero,