GRECI E ROMAN Ì valse l’occupazione della città; per di più nell’anno seguente i Romani sottomettono Capua e riprendono Taranto nel 209. Ben presto adunque il vincitore di Canne s’avvide che nulla era da sperare dalla parte d’Oriente. Infatti il pretore Levino sbarcava nell’Epiro e costringeva Filippo a dare alle fiamme la flotta alla foce dell’Aoo; indi intrigava presso i Greci a danno del Macedone e suscitava contro di lui gli Etoli, Atene, Sparta, Messene e l’Elidè, obbligandolo alla guerra e distraendolo in tal modo dalle faccende d’Italia, mentre il re di Pergamo l’attaccava dalla parte d’Oriente. Questi successi dimostravano che i Romani non soltanto erano i veri signori dell’Adriatico ma che godevano sul mare una notevole superiorità rispetto ai Cartaginesi e specialmente su Filippo, che tante promesse aveva fatto ai suoi alleati e che ora era il più impegnato di tutti; onde l’esito finale della seconda guerra punica potevasi facilmente indovinare. Per essere esatti bisogna però avvertire che la superiorità navale dei Romani derivava dall’abilità della loro politica, per cui essi riuscivano a disporre come di cosa propria dell’armata dei Greci loro collegati e specialmente di quella degli Etoli. Annibaie pertanto alla distanza di neppure un anno dalla sua maggior vittoria, dalle rive del precluso Adriatico si volse a quelle del Tirreno e tentò d’impadronirsi di Neapoli e Nola per allac-