VENEZIA E I TURCHI 347 onde avessero a dimenticare lo sciagurato trattato di Campoformio e, la vergognosa consegna di Venezia all’ Austria. Ciò del resto non era che il mantenimento delle promesse fatte all’Austria a L,eoben, le quali costituirono un gravissimo precedente che, non ostante le istruzioni del Direttorio ed una tardiva resipiscenza del Bonaparte, non si potè distruggere. Perchè non avesse luogo il mercato del 17 ottobre 1797 bisognava che non figurassero impegni precedenti. Tutto poi concorre a dimostrare che soltanto l’animosità poteva consigliare il Generalissimo francese a trafficare sul territorio veneto, un territorio che si poteva gettare senza paura nella bilancia, perchè nulla costava nè all’uno nè all’altro dei belligeranti. Ora io comprendo che l’Austria, mirando al dominio dell’Adriatico, chiedesse insistentemente l’Istria eia Dalmazia,oltre il paese fra l’Adige e l’Isonzo. Io comprendo che questa politica, ch’era il riflesso di quella di Caterina II ed il corrispettivo degli ingrandimenti russi sul Mar Nero, fosse costantemente proseguita dal Gabinetto austriaco e posta sul tappeto al momento opportuno. Ma riesce inesplicabile la leggerezza con la quale il futuro Cesare di Francia accolse il punto di vista viennese e che a Campoformio, pur di conseguire la pace, non si sentì capace di respingere. Vero è che, conchiuso il trattato, ordinava nelle