402 i/ADRIATICO franca con i quali l’Austria, conservando la Venezia, l’Istria e la Dalmazia, poteva ancora essere appellata signora dell’Adriatico. Tuttavia con la costituzione del regno d’Italia quel primato assoluto su questo bacino, che gli Asburgo avevano tentato costituire (ma non vi erano riusciti per le vicende internazionali corse dal 1798 al 1860), decade di fronte alla nazione italiana libera ed una, disposta a rinnovare, ispirandosi all’antica e non mai interrotta tradizione marinara, la sua fortuna sui mari che la bagnano. E precisamente dalla formazione del regno s’inizia nell’Adriatico quel condominio italo-austriaco, ch’altro non è se non la risultante d’un compromesso fra i due stati. D’uno dei quali si propose il programma : conservare avvantaggiando, l’altro, ih nostro: tollerare ma attendere. Nè l’attesa fu lunga. Tre volte dal 1860 al 1914-15 si presentò allTtalia l’occasione d’osare, e di sostituire la sua egemonia adriatica a quel condominio con l’Austria che per lei costituisce un pericolo permanente, una diminuzione politicomorale e sembra inoltre una rinuncia a sante e giustificate rivendicazioni. Tre adunque le occasioni: la prima nel 1866; la seconda nel 1908 al tempo dell’annessione della Bosnia-Erzegovina all’Austria; la terza... ora o mai. Ma non precorriamo gli eventi. L,a pace di Villafranca stabiliva, fra le altre cose, che la Venezia (non era detto se con questa