GRECI E ROMANI 103 l’Adriatico, dove un nucleo di Cesariani presidiava Cmieta (Veglia), e la squadra di P. C. Dolabella la difendeva. Ma questa era troppo scarsa rispetto a quella dei Pompeiani, costituita in gran parte da equipaggi ellenici. Accorse la squadra del Tirreno in difesa di Dolabella; ma questi nel frattempo veniva compiutamente disfatto, onde l’esercito di terra era costretto alla resa: l’illirico era perduto per Cesare e per di più s’erano pressoché ridotte a nulla le sue forze marittime. Meno male per lui che anche questa volta la flotta nemica continuava a mantenersi inattiva ! Evidentemente nel campo di Pompeo non regnava un perfetto accordo ! Cesare volle trar profitto dalle circostanze e nel 48 iniziò l’offensiva, mentre il suo rivale spin-gevasi verso Durazzo e Bibulo concentrava buona parte della flotta pompeiana a Corcira (1). Non curando la crociera nemica e con una audacia che rasenta la temerità, Cesare, appoggiato da pochissimo naviglio ed al solo scopo d’accelerare le operazioni, sbarca a Palaeste in Epiro, deludendo la vigilanza nemica, occupa il seno d’Apollonia e minaccia seriamente Durazzo. Ma allora la flotta di Pompeo raddoppia di vigilanza, e dopo avere affondato parte dei vascelli nemici che faceano vela per l’Italia, onde imbarcarvi le rimanenti mi- (x) Non si sa bene se Corfú (Corcyra) o Curzola (Corcyra nìgra).