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i/ADRIATICO
  Vero è che l’Austria cercava compensarsi sul nostro mare degli ingrandimenti russi sul Mar Nero ; ma il Generalissimo francese non doveva assolutamente usare tanta compiacenza verso la politica di Vienna, perchè, mercanteggiando il territorio veneto, egli veniva a pregiudicare quella politica franco-italiana, dalla quale Parigi non potea certo dipartirsi e per cui era necessario il dominio dell’Adriatico, indissolubile da quello della Penisola. Ne è prova la resipiscenza di Napoleone nelle fortunate campagne successive, allorché ei si fece a correggere l’inescusabile errore di Campoformio, togliendo all’Austria non solo la Venezia ma tutta la sponda orientale e costituendo poi oltre Adriatico le cosidette Provincie illiriche, dipendenti non dal Regno italico ma addirittura dall’impero francese. Tanta importanza egli assegnava a quel mare !
  Troppo tardi ! Il precedente era ornai incancellabilmente segnato. E così al congresso di Vienna gli Asburgo, vincitori di Napoleone, chiesero, oltre il vecchio possesso del Milanese, anche la Venezia con lTstria e la Dalmazia. In poche parole dal principio del secolo scorso l’Austria iniziava l’egemonia sull’Adriatico, sopra un mare italiano e nel tempo stesso sulla nostra penisola. Faccio rilevare che una condizione era indissolubile dall’altra.
  Oh i nostri avi non salutarono certo con segni di giubilo i colori della nuova bandiera ! Ed anzi proprio dalla riva orientale e dai centri più lon-