508 L'ADRIATICO il quale i minori divengono dei clienti utili ed affezionati; agli inferiori, che tanti e proficui vantaggi possono derivare da chi li supera. Tale era, presso a poco, la condizione delle città dalmatine rispetto a Venezia. Basti ricordare Ragusa che, restando fedele al vessillo di S. Marco e sottoposta alla sua tutela, si fregiava anch’essa del titolo di repubblica, batteva moneta propria e commerciava con tutti i paesi del Mediterraneo orientale. Non si affermi che, concedendo alla Serbia uno sbocco su quel bacino, si finisce con l’aprire una porta sull’Adriatico al colosso moscovita. No, perchè nella Balcania si sono costituiti degli stati indipendenti, dirò meglio, gelosi della loro indipendenza, nè disposti tutti a gravitare verso la gran madre Russia; secondariamente, perchè questa tende al Mediterraneo per la via di Costantinopoli, che è il cammino più naturale, logico, sicuro. Noi non abbiamo nulla da temere dalla Russia sull’Adriatico, ed anzi gli stati jugoslavi, una volta assicurati a nord, non faranno che agevolare la nostra espansione per i Balcani (almeno per quanto può loro giovare) verso il Mar Nero e verso la Russia stessa, cooperando così ad un’opera che risponde all’antica missione dell’Italia e che diventerebbe oggi più bella, più grandiosa che mai. E verrò finalmente al principio di nazionalità. Dal tempo che Roma si fece signora delle due rive dell’Adriatico, questo divenne un lago latino. Ee antiche colonie marittime, fra le quali spicca-