VENEZIA E I TURCHI 319 all’antico Acroceraunio. Però durante l’occupazione dell’Ungheria i Turchi erano riusciti a crearsi uno sbocco nell’Adriatico superiore a nord di Zara per un breve tratto di costa; ma tale sbocco non contava molto, perchè sotto la guardia delle isole dalmatine ch’erano di Venezia. Quando l’impero ottomano, cogliendo pretesto da presunti atti ostili da parte della Repubblica (come, ad esempio, l’avere soccorso i ribelli Montenegrini), volle riprendere la Morea (1714), l’Europa vide nuovamente la Repubblica unita all’Austria. Ma questa volta i Turchi s’eran preparati all’azione meglio che nella guerra precedente. E così, mentr’essi aggredivano per terra il nemico, i navigli barbareschi veleggiavano l’ionio e l’Adriatico, minacciandone ed infestandone le rive; indi, assalite le isole Ionie per avere libertà nei due mari, stavano per impadronirsi di Corfù, quando le disfatte sul Danubio recisero loro le forze e salvarono l’isola. Con la pace di Passarowitz (1718) il glorioso acquisto di Francesco Morosini era perduto. Dei tanti possessi in Levante la Repubblica non ne conservava più alcuno, sicché non le restavano che le antiche terre d’Istria e di Dalmazia, cui si aggiungevano le isole di Cerigo e di Cerigotto, oltreché qualche porto in Albania, quali Prévesa, Parga e Butrintò, che certo non la compensavano delle perdite sofferte dal 1571 in poi. Nelle tre grandi guerre di successione (di Spagna 1700-1714, di Polonia 1733-1739, d’Austria 1740-