EGEMONIA DI VENEZIA 235 nore di ricacciare in Asia i primi Ottomani approdati in Europa. Ma non potè compiere, come avrebbe voluto, la promessa Crociata, perchè l’imperatore bizantino, ch’ei liberava dai Bulgari, non gli porgeva più i pattuiti soccorsi. Intanto la rivalità veneto-genovese stava per giungere alla sua fase più acuta. Iva questione di Cipro nel 1372, seguita da quella di Tenedo nel 1376-77, determinarono la cosidetta Guerra di Chioggia (1378-81) in un momento sì poco propizio per Venezia, che vedeva tutti i suoi nemici di terraferma rialzare il capo e collegarsi all’odiata rivale. Questa poi poteva fare assegnamento sulle forze di Francesco da Carrara, del patriarca d’Aquileia, del re d’Ungheria e dei duchi d’Austria, ed otteneva l’adesione della regina Giovanna di Napoli e della città d’Ancona; mentre alla Repubblica di S. Marco non restava che l’amicizia dei Visconti, insufficiente a controbilanciare l’assalto concorde dalla terra e dal mare. Tutte le forze, da lungo tempo ostili a Venezia e decise a sminuire la sovranità ch’essa godeva sull’Adriatico, fecero causa comune. Dopo vari scontri navali vantaggiosi per Venezia, fra cui quello di Capo d’Anzio nel maggio 1378 (dai quali apparisce chiaro l’intento da essa propostosi, di rendere cioè più vasto possibile il teatro dell’azione, onde impedire il concentramento delle squadre nemiche e quindi la loro irruzione nell’Adriatico), la Repubblica deve riconoscere di