AUSTRIA, FRANCIA, ITALIA 423 Riguardo poi all’art. 25, l’on. ex ministro riferiva alla Camera le opinioni in proposito di eminenti parlamentari, quali gli onorevoli Bovio, De Marinis, De Martino, Barzilai e Di Scalea, tutte illustranti la gravità della concessione in esso articolo contenuta, e ne deduceva l’entità della rinuncia. I,a quale era poi apparsa così enorme alla stampa austriaca, che V Oesterrei-chische Rundschau di allora, che l’on. Tittoni si compiaceva di citare, concludeva : « Devono essere state la Russia e l’Italia a richiedere l’evacuazione del Sangiaccato, e questi due stati sono pure quelli che ritrarranno il maggior guadagno da tale rinunzia. Mentre l’Austria perde il miglior mezzo per fare in avvenire una politica balcanica attiva, la Russia e specialmente l’Italia acquistano una maggior influenza a detrimento della nostra. Per apprezzare in tutta la sua portata l’evacuazione di Novi Bazar, bisogna ricordare il concetto della politica di Andrassy. Con l’occupazione del Sangiaccato doveva esser conficcato un cuneo fra la Serbia e il Montenegro e gettato un ponte per mezzo del quale la nostra influenza doveva spingersi fino al di là di Mitrovitza, come dice il trattato di Berlino. Questo ponte è ora spezzato, il cuneo è tolto e l’al di là di Mitrovitza perduto per sempre. Così è abbandonata la piattaforma per mezzo della quale noi potevamo far valere la nostra influenza politica ed economica in Macedonia ».