206 l’adriatico tamente si valsero del prezioso contributo marinaro che esse offrivano, per rendersi forti anche sul mare. I loro navigli, a mezzo il sec. xi, hanno già fatto la loro comparsa nell’Adriatico e si distinguono negli assalti di Trani e di altri porti della Puglia, tanto che, dopo la vittoria di Civita (1053), finiscono col sottomettere l’intera costa. Indi si accingono alla conquista della Sicilia, la quale indubbiamente non si poteva compiere se non con quegli esperti marinai ch’erano stati sottratti ai Bizantini nelle terre da essi perdute. Mentre svolgeasi tale impresa le città di Puglia si ribellarono alla signoria del Guiscardo, ritornando sotto il dominio greco. Era evidente che, distratti dall’impresa di Sicilia, i Normanni avevano sguernito di forze navali l’Adriatico e l’impero bizantino ne aveva approfittato. Cosicché si riaccese nuovamente la lotta navale lungo le estreme spiagge orientali d’Italia. Ea vittoria normanna all’altezza di Bari nell’aprile 1071 restituì ai vincitori questa città insieme con parecchie altre, e per di più rese i Normanni potentissimi sul mare e spianò loro la via per la conquista della Sicilia. Il Guiscardo si diede quindi ad armare legni da guerra, a raccogliere navi da trasporto, facendo di Otranto il cantiere militare del suo stato; ed in quel porto si concentrarono le galee preparate dagli armatori ed equipaggiate dai marinai pugliesi ('). (!) Manfroni, op. cit., p. 123.