CONCLUSIONE 501 tani dalla patria salì semplice ma affettuoso verso il leone morente il dolore ed il pianto. Mentre il poeta dei Sepolcri lamentava l’iniquo oltraggio recato alla terra dei dogi, a Zara, a Pirano ed in altre città dalmate ed istriane si portavano in processione le insegne venete e, fra il cordoglio della popolazione, si seppellivano nel duomo sotto l’altar maggiore. E a Perasto, nelle estreme Bocche di Cattaro, il capo della comunità, dopo aver baciato il gonfalone di S. Marco, si esprimeva verso l’antica regina dei mari in termini così affettuosi e toccanti, da strappare le lagrime ai presenti. All’indomani di Waterloo s’iniziava la gloriosa opera redentrice della nostra patria. Sorgendo l’Italia a nazione, l’Austria fu costretta a ritrarsi dalla riva occidentale dell’Adriatico. Ma le tre guerre d’indipendenza non l’allontanarono da tutto il bacino del Po nè dalla sponda orientale, perchè la giornata di Bissa le conservò la Venezia Giulia e la Dalmazia. Ea costituzione dell’ unità nazionale segna dunque il principio del condominio italo-austriaco sull’Adriatico. Prendendo in esame tutti gli avvenimenti svoltisi in relazione a quel mare dal 1866 in poi, osserviamo che, nonostante le buone relazioni ufficiali fra Italia ed Austria e la formazione della Triplice Alleanza, la rivalità dei due stati sull’Adriatico fu sempre viva : rivalità di carattere commerciale, combattutasi specialmente fra i due più cospicui centri mercantili, Venezia e Trieste;