EGEMONIA DI VENEZIA 221 mensi vantaggi economici nel reame e concessioni territoriali, che per Venezia eran già fissate nell’acquisto d’alcune località di Puglia. Ma l’inconciliabilità tra Venezia e Genova, l’accorgimento politico di Federico, che sollevò contro le due città mille nemici, sdentarono il piano. Anche in questa occasione alcune città costiere dell’Adriatico si lasciarono trascinare alla rivolta contro la Dominante. Fa vittoria pure questa volta coronò gli sforzi dei Veneziani miranti a conservare il primato sull’Adriatico. Ed eccone le prove. Essi battono gli Anconitani nel 1239 e nella guerra, che nel 1240 si combatte nelle Romagne, fanno fallire il tentativo dei Pisani di stabilire presso Ravenna una loro base navale, onde soccorrere l’esercito di Federico. Indi s’impadroniscono di alcuni luoghi delle Puglie e domano, non senza gravi sforzi, le ribellioni della Dalmazia, riprendono Pola, riassoggettano Zara che, manco a dirlo, era stata sobillata anche dal re d’Ungheria. Fa guerra, o meglio la guerriglia, continuerà ancora fino alla morte di Federico (1250), essendo nuovamente comparsi i Pisani nell’Adriatico. Come si vede erano stati costoro, più che i legni di Sicilia e di Puglia, a sostenere contro Genova e Venezia le parti degli Svevi. F’atteggiamento di Pisa a favore dell’impero, congiunto alle vecchie rivalità commerciali, preparava, col concorso morale di Venezia, il disastro della Meloria alla vincitrice del Giglio.