VENEZIA E I TURCHI 295 fatti son troppo evidenti per dimostrare che se gli stati europei, che contavano interessi sul Medi-terraneo, si fossero uniti per ridurre la Turchia al Mar Nero e all’Egeo e per debellare ad un tempo la pirateria, la Mezzaluna non si sarebbe fatta di giorno in giorno più forte nè i commerci marittimi avrebbero sofferto gravissime e continuate perturbazioni. Soltanto nel 1570 si potè costituire una grande lega cristiana e solo il 7 ottobre dell’anno seguente la potenza marinara dei Turchi riceveva un colpo decisivo. Non era fiaccata, no, la baldanza ottomana sui mari; era soltanto, come ben osserva il Manfroni ('), ristabilito quell’equilibrio sul Mediterraneo, per cui tanto si lottava dalla fine del sec. xv; senza dire che si era conseguita una grande vittoria morale: dileguava cioè, e per sempre, quella paura dei Turchi che per parecchi decenni era stata l’incubo dei marinai cristiani. Ed ora una breve illustrazione degli avvenimenti dal 1484 al 1571. I progressi dei Turchi, che nel 1488 meditavano un nuovo sbarco in Italia (2) e che nel 1493 invadevano la Croazia, suscitarono il terrore in Friuli, nell’Istria e nella Dalmazia e indussero il re di (x) Op. cit., P. II. Vedi tutto il cap. XXX, p. 487 e segg. (2) Boccolino Malagrampa di Osimo avea promesso a Ba-jazed II di lasciarlo sbarcare nelle Marche e farlo signore di questa regione; ma Venezia, scoperto il disegno, lo mando a vuoto. Cosi il Manfroni, op. cit., p. 197.