GRECI E ROMANI
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in sèguito all’invasione gallica, tentassero degli sbarchi sulla costa abitata dai Senoni, cercando ristabilire ivi i loro traffici, e che ciò consigliasse i Galli ad unirsi contro il comune nemico ; ma è una semplice ipotesi.
  Se poi i nuovi invasori navigassero l’Adriatico e conservassero vive le tradizioni dellTtalia marinara, la storia non ci dice, sebbene ci consti ch’erano alleati di Dionigi I di Siracusa, il quale signoreggiò l’Adriatico, e che al tempo del secondo Dionigi infestarono le Puglie, certo per la via di mare: il che ce li farebbe ritenere non altro che dei corsari. V’è chi ritiene che gli abitatori di Sena gallica fondassero sul litorale opposto l’odierna Segna. Perle stanze da loro occupate anteriormente alla discesa in Italia, ch’erano per i longoni le falde dei Vosgi, per i Senoni l’isola di Francia e la Champagne, regioni fertili ma lontane dal mare, è giusto supporre che, giunti fra noi, quei due popoli si dedicassero segnatamente all’agricoltura, occupazione del resto di tutti i Galli, ad eccezione dei Veneti dell’Armorica (I). Ed è perciò ch’io ritengo che persistessero lungo l’Adriatico pa-
  (*) Mi pare che il MommsEn nella sua Storia romana (traci. Sandrini, Torino, 1857-65, lib. V, cap. VII) esponendo le condizioni della Gallia al momento della conquista di Cesare, assegni all’attività marinara dei Celti una soverchia importanza. Quelli deU'Armorica furono senza dubbio degli esperti navigatori, ma le stirpi che scesero in Italia non diedero, a quanto risulta, che deboli manifestazioni di spirito marinaresco.