EGEMONIA DI VENEZIA 26l permisero loro d’attraversare la penisola balcanica, nei maggiori centri della quale si costituirono delle colonie ragusine. Tra i numerosi articoli, nota l’Heyd, « die i mercanti di Ragusa andavano a cercare nei paesi sottoposti al giogo dei Turchi, possiamo citare particolarmente le pelletterie, la cera, il pepe, gli oggetti di marocchino fino, specialità di Adrianopoli, l’oro e l’argento delle miniere della Serbia, che erano trasformati a Ragusa in oggetti artisticamente lavorati. Ma questo commercio d’esportazione avea relativamente poca importanza. I Ragusini attendeano specialmente ad importare in Turchia articoli di fabbricazione europea ». Il percorso per terra dall’Adriatico al Bosforo non fu mai, a dire il vero, gradito ai Veneziani, che solo in via eccezionale dalla Dalmazia si spinsero verso Costantinopoli, sebbene i sovrani di Serbia nella prima metà del sec. xiv, e particolarmente Stefano Duscian, ripetutamente ne li invitassero. Do scopo era probabilmente quello d’accordarsi con la Repubblica per occupare e ripartirsi il decadente impero greco che il Duscian sapeva di non poter abbattere senza la partecipazione d’una forza navale. Con l’estendersi dei Turchi nella Balcania le vie interne furono dai Veneziani abbandonate. Queste vie del resto non erano che due: la prima che partiva da Ragusa, la seconda da Spalato, ed entrambe, l’una per