BARBARI E BIZANTINI 179 col territorio intorno al golfo d’Ambraeia, l’Acar-nania, l’Etolia, parte della Morea, oltre a vari altri possessi più ad Oriente. In tal modo era evitato il grave pericolo, per Venezia, che un’altra potenza marinara dalle isole Ionie o dalle coste occidentali elleniche le impedisse il libero passaggio per il canale d’Otranto o, insediata a Durazzo e a Valona, le contrastasse il pieno dominio dell’Adriatico dopo le tante cure che la Repubblica avea posto nel conseguirlo e nel difenderlo. Si può dunque affermare che Venezia, all’alba del sec. xiii, dominasse quasi ininterrottamente su tutti i paesi schierati lungo la riviera che si stende, a levante dell’Adriatico, dalla Laguna fino al capo Malea. E ad essa bastò di assicurarsi le coste, quanto cioè le occorreva per la libertà di navigazione, e raggiunse ugualmente lo scopo, anche esercitando indirettamente la sovranità su certi territori. Cosi infatti, per non cimentarsi in una lunga e laboriosa guerra con Michele Comneno, despota d’Epiro, si limitò nel 1210 a farsi riconoscere signora di quel territorio che le spettava secondo gli accordi con i Crociati, e ne investi feudalmente quel sovrano, riservando ai propri sudditi il diritto di trafficare liberamente in tutti i porti e di stanziatisi con giurisdizione propria e senz’obbligo di tributi. Ma sulle isole Ionie, ma sul ducato di Durazzo, che vigilavano dall’uno e dall’altro lato il passaggio dall’ionio all’Adriatico, essa trasferì