AUSTRIA, FRANCIA, ITALIA 419 governo col mezzo del germanesimo e dello SlaviSmo; s’inizia l’opera elevata della Dante Alighieri nel regno, della Lega nazionale nelle terre irredente. Dal 1903 in poi s’agita la questione dell’Università italiana a Trieste, scoppiano lotte fra studenti italiani e tedeschi ad Innspruck, a Graz, a Vienna. Nel 1908 l’annessione della Bosnia-Erzegovina provoca in Italia vivissime dimostrazioni. Ci si offriva la seconda occasione per rivendicare il dominio assoluto dell’Adriatico. Ma i legami che avvincevano il nostro governo agli imperi centrali e la stessa situazione europea ci dissuasero dal farlo; non solo, ma quasi per controbilanciare l’effetto prodotto sugli alleati dalla pubblica opinione italiana il ministro degli esteri, on. Tittoni, nelle memorabili sedute alla Camera dei Deputati 3 e 4 dicembre sostenne, appoggiandosi ad affermazioni d’autorevoli personaggi politici, che noi non avevamo motivo di preoccuparci dell’annessione di quelle province all’Austria, inquantochè tale avvenimento non mutava affatto la situazione precedente. E l’assemblea accolse la tesi. D’amarezza nostra fu però grande, poiché nessuno dimenticava che l’on. Tittoni, in un breve discorso tenuto a Carate Brianza alla vigilia dell’annessione, avea creato l’illusione di compensi da parte dell’Austria a nostro vantaggio. Più tardi si ammise da ognuno quali fossero gli effetti, per l’Austria, della rinuncia agli articoli 25 e 29 del trattato di Berlino, rinuncia che accompagnava l’annessione; ma nel