EGEMONIA DI VENEZIA 24I Gallipoli, un grande timore dei Turchi nelle ciurme della Repubblica!1). In ogni modo questa, conscia del grave duello che stava per iniziare con la Mezzaluna, ritornava nel 1424 all’antico programma, provvedendosi d’una flotta pari alle esigenze della propria politica. Durante il tratto però che dal 1381 si estende al 1424, la Repubblica avea rivolto la sua massima attenzione alle vicende di terraferma. Sul cadere del secolo xiv la politica d’espansione in terraferma era divenuta per quello stato una condizione sine qua non d’esistenza e di forza, ha perdita delle colonie cristiane in Siria, l’avanzarsi degli Ottomani, le condizioni dell’impero greco e della penisola balcanica aveano reso mal sicura la fortuna commerciale di Venezia. Essa non poteva più in quel tempo fare assegnamento sulle proprie forze navali ; e soprattutto poi era chiamata a salvaguardare i suoi interessi economici. Il commercio s’era maggiormente sviluppato e dovunque. In tal guisa al monopolio delle tre grandi repubbliche italiane si andavano sostituendo nuove forze ; altri navigli, oltre quelli di Venezia e di Pisa, correano i mari. Per aver libero l’Adriatico, per allontanarne la concorrenza di altri elementi occorreva pertanto (*) Il Manfront (La crisi della marina, ecc.) riporta le parole della relazione Barbarigo sulla guerra di Morea e Negro-ponte, le quali dimostrerebbero che in tutto il sec. xv i Veneziani si mostrarono vili dinanzi ai Turchi, cioè: Queste genti sono sì impaurite, che il solo nome dei Turchi-gli metono in fuga, 16. — G. Cassi.