BARBARI E BIZANTINI 207 Compiuta nel 1072, con la presa di Palermo, la conquista quasi totale della Sicilia, domate le novelle ribellioni che, per istigazione dei Greci, erano scoppiate in Puglia, Roberto si propose di colpire nel proprio territorio quello stato, che non si dava pace d’avere perduto le reliquie dei suoi possessi in Italia e, libero di scorrere con i navigli l’Adriatico e l’ionio, costituiva una minaccia permanente per il regno normanno. Ma di quest’impresa contro l’impero bizantino ho già parlato, trattando di Venezia in rapporto agli stati che sorsero a contrastarne l’egemonia sull’Adriatico. Non mi resta ora che dare un breve cenno su quegli elementi economici, i quali, intrecciandosi con la storia di Venezia dalle sue origini al termine della IV Crociata, servono a rendere completa la storia dell’Adriatico in tale periodo. Un lieve risorgimento economico in Italia apparisce ai tempi di Teodorico ed anzi, sotto il regime ostrogoto, le città costiere, Ravenna special-mente ch’era la capitale e che serviva alle comunicazioni fra l’Italia ed il Levante, riprendono l’attività marinara che con le invasioni barbariche avea subito una sosta. E davvero si sarebbero avvantaggiate notevolmente le condizioni della Penisola, se la guerra greco-gotica non vi avesse apportato desolazione e carestia. L’Italia era appena riunita all’impero d’Oriente, che imperversò la furia della conquista longobarda. Cessata la quale, le nostre popolazioni tornarono