i68 i/ADRIATICO della Sicilia, iniziarono le loro incursioni nell’Adriatico nel 1075, rivolgendo i loro attacchi alla Dalmazia. Allora la Repubblica, temendo che questo atto provocasse delle sollevazioni fra le città della riva orientale, che aveano accettato il suo protettorato, o per lo meno incoraggiasse gli Slavi, già precedentemente domati, a rinnovare la pirateria, mosse, con a capo il doge Domenico Selvo, contro i novelli corsari e li obbligò a ritirarsi. E se Venezia trasse profitto dall’avvenimento per rafforzare la supremazia sulla costa illirica o sulle isole dalma-tine, da allora ebbe principio un vero e proprio conflitto fra le due potenze: l’una delle quali non Voleva lasciarsi sfuggire una padronanza, che le era costata tempo e fatica, e tanto meno farsi sbarrare il passo per il canale d’Otranto ; l’altra intendeva affermarsi sul basso Adriatico, con pensieri di conquista sull’altra sponda, a danno dello stato bizantino. In tal guisa alla guerra da corsa, con cui s’inizia il conflitto veneto-normanno, subentra una lotta di carattere politico e navale, di cui il teatro si estenderà anche oltre il mare ch’è oggetto del presente studio. Gli Arabi e gli Slavi furono, per due secoli, i grandi perturbatori dell’Adriatico. E sebbene le loro geste in qu,esto bacino s’inizino quasi contemporaneamente, tuttavia, siccome l’attività marinara dei primi risale al secolo vìi, dirò anzitutto dei seguaci di Maometto. Gli Arabi, che avean toccato le coste della Si-